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La monografia prende in esame le epidemie di colera che colpirono le città dell'Istria nordoccidentale e Trieste con i rispettivi circondari, in chiave principalmente storico-sociale con rimandi agli aspetti demografici e di storia della medicina. L'intento è quello di fornire un quadro il più completo e organico possibile del fenomeno del colera così come vissuto dalla popolazione istriana, prendendo in considerazione una molteplicità di punti di vista legati al contesto sociale, ambientale, cetuale e persino etnico. Il pensiero medico del tempo, e con esso anche il dibattito sviluppatosi sulla questione della contagiosità o meno del colera, influì in modo determinante sulle misure di prevenzione anticolerica e in parte anche su quelle terapeutiche. Anche l'immagine stessa del colera così come restituita dal contesto socio-culturale cambiò profondamente nel corso dell'Ottocento: dal colera quale conseguenza di esalazioni mefitiche, se non già malattia legata alla moralità personale, si passò infatti al colera dei poveri e, di rimando, al colera dell'immondizia, fino a concepirlo, a partire dalla scoperta del Vibrio cholerae da parte di Koch (1883), come un fenomeno batteriologico.